Basi biologiche del linguaggio

 

1. Comunicazione animale

 

 

La componente esperienziale degli istinti.

Il regno animale è accomunato da un codice universale, il DNA. Nella figura a sinistra viene indicato un albero filogenetico mentre la figura a destra mostra la mancanza di un codice di comunicazione universale.

Hauser, Chomsky e Fitch, Science 298, 2002.
 

L’evoluzione delle capacità linguistiche analizzate nell’ambito di tre problemi comparati-evolutivi in rapporto ai maggiori problemi del linguaggio.

 

Le capacità imitative si presentano a macchia di leopardo nel mondo animale: sono elevate negli uccelli canori, delfini ed esseri umani, scarse nelle scimmie e antropomorfe.

 

La capacità numerica è presente anche negli animali non umani, quantificazione e stima numerica comprese. Negli esseri umani queste capacità sono evidenti anche per i grandi numeri, gli integrali ecc.

 

Fattori esterni e interni implicati nella Faculty of Language Broad (FLB) and Narrow (FLN) sense: quest’ultimo è il sistema computazionale ricorsivo

 

2. Esiste un linguaggio nei primati non umani?

Washoe: The Gardners’ Baby The Gardners and their students (including Roger Fouts) communicated with Washoe using a modified version of ASL.Washoe was taught signs through molding – a behaviorist learning technique. Washoe formed her first sign 3 months into the project, and had a 132 sign vocabulary after 5 years of intensive training. (By 2 years old children have a vocabulary of ~2000 words.)

Nim Chimpsky. Herbert Terrace, Columbia: 1973-1977 From the age of 2 weeks until 18 months Nim lived with a family in a NYC apartment, then he was moved to a Riverdale mansion where he lived with a succession of graduate students. Nim was taught signs through intensive training sessions using molding. Nim’s first sign was ‘drink’ at 4 months. Nim learned 125 signs by the age of 3 years, 3 months. In a 1979 Science article Terrace presented the results of extensive video tape analyses and a negative conclusion about chimpanzees’ ability to form sentences.

Comparison of Nim’s MLU (Mean Length of Utterance) with those of a hearing child (Sarah) and a signing deaf child (Ruth). Nim constantly repeated the same signs rather than adding any new information. An example sentence given by Terrace et al: ‘give orange me give eat me eat orange give me eat orange give me you’.

Lana (LANguage Analogue)– D. Rumbaugh. Lana was taught ‘Yerkish’, a ‘language’ of arbitrary symbols. She was 2 when the study began. Most of Lana’s “sentences” were of the form ‘Please machine.

The Yerkish Lexigrams

Kanzi – Savage-Rumbaugh. From the age of 6 months Kanzi was present during his mother’s language training. When his mother was sent away for breeding he started using the keyboard and revealed that he could use many of the lexigrams. Savage-Rumbaugh attributes Kanzi’s superior linguistic skill to a species difference. Unlike other language trained chimpanzees Kanzi can process spoken English.

 

3. Significato della comunicazione verbale

La comunicazione verbale implica quattro abilità fondamentali collegate tra di loro: la comprensione del linguaggio altrui, l'esatta pronuncia delle parole, la costruzione del vocabolario, la combinazione delle parole in frasi.

 

Un gruppo di bambini sordomuti del Nicaragua ha sviluppato spontaneamente un linguaggio dei segni dotato di regole grammaticali e semantiche.

 

4. Evoluzione del linguaggio

 

Controllo mesencefalico, limbico e corticale della produzione di suoni comunicativi.

 

Movimento e linguaggio

Chiedete a un amico di parlare e ripetete ciò che sta dicendo mentre lui parla, come se foste la sua “ombra”. A questo punto cominciate a tamburellare col dito medio della mano destra seguendo un ritmo regolare; provate ora col dito medio della mano sinistra. Per la maggior parte delle persone è più difficile tamburellare col dito medio della mano destra (controllato dalla corteccia motoria dell’emisfero sinistro) in quanto si verifica una competizione tra risorse linguistiche e motorie dell’emisfero sinistro. La stessa situazione si verifica quando un sordomuto imita il linguaggio dei segni di un’altra persona mentre tamburella con la mano destra.

 

 

Il linguaggio olistico è evoluto in composizionale: una lingua basata su sintagmi come “gj” (Maria ammira Carlo) è instabile e non duttile. Se i costituenti possono essere composti la struttura linguistica è molto più plastica e versatile.

 

5. Ruolo degli emisferi cerebrali

 

Anche questa immagine mostra un’asimmetria di volume a favore dell’emisfero sinistro (a destra). Il cervello di un musicista è caratterizzato da uno sviluppo delle aree coinvolte nella decodificazione dei suoni.

 

6. Esplorazione funzionale del cervello

 

Il test di Wada

 

La corteccia uditiva umana risponde in modo diverso ai suoni linguistici e non linguistici.

 

Linguaggio dei segni e lettura Braille.

 

La corteccia uditiva umana risponde in modo diverso ai suoni linguistici e non linguistici.

 

 

7. Componenti uditive

Le diverse frequenze acustiche sono ripartite in modo specifico nei nuclei genicolati mediali.

Distribuzione del tipo di neuroni nei nuclei genicolati e nella corteccia: esiste un rapporto tra andamento delle scale musicali e andamento (distribuzione) dei neuroni sensibili alle varie note.

 

8. Aree corticali e linguaggio

 

 

9. Modelli di elaborazione del linguaggio e dislessie

 

 

 

10. Impegno mentale nelle attività linguistiche

 

Videogame

Calculation

Regional cerebral glucose metabolism

 

Nella lingua inglese, dove le parole scritte non corrispondono ai suoni della lingua parlata, il cervello deve lavorare di più, cosa che non avviene nella lingua italiana come indica una ricerca di E. Paulesu (Nature Neuroscience, Gennaio 2000. L’immagine è del Corriere della Sera del 5 Marzo 2000)

 

11. Sviluppo e linguaggio

 

Motricità e linguaggio.

Gli antecedenti del linguaggio nel corso dello sviluppo:

-Nessi causali

-Nessi temporali

Nella fase che precede il linguaggio il bambino piccolo compie dei movimenti con le mani la cui struttura è simile a quella del balbettio.

 

Acquisizione del linguaggio

12 mesi: prime parole.

12 a 18 mesi: circa 50 nuove parole che si riferisco ad oggetti (genitori, i cibi, i giocattoli ecc.) e verbi come “mangiare” e parole interattive come “ciao”.

24 mesi-2 anni a mezzo: 7-9 nuove parole al giorno, generalmente in modo corretto, tant’è che si parla di “esplosione nominativa”.

Le onde elettriche (ERP) in risposta alle parole che un bambino riconosce diventano “lateralizzate”, vale a dire sono evidenti soltanto nell’emisfero sinistro del cervello mentre in precedenza le riposte cerebrali erano bilaterali.

 

Acquisizione linguaggio

3-11 mesi: balbettio (“ma”, “na”, “da”, “go”), poi lallazione o ripetizione dello stesso suono più volte (“ma-ma-ma-ma”).

Primi sei mesi: imitazione generalizzata (non imita suoni specifici ma l'attività di produzione dei suoni, fa eco alle frasi dell’adulto, ecolalia).

Sei mesi: imitazione di alcuni semplici suoni pronunciati dagli altri ma che fanno parte del repertorio del bambino.

Undici mesi: può pronunciare “ma-ma”, “ta-ta”, “pi-pi” e altre brevi composizioni bisillabiche a cui l'adulto attribuise significati che rendono comunicabili semplici concetti e bisogni.

12 mesi: imita suoni specifici e nuovi non presenti nella fase del balbettio.

18 mesi: incremento nell'uso del linguaggio, aumento del numero dei vocaboli

24 mesi: conosce un po' più di 200 parole

Tre anni: conosce più di 900 parole.

Sei anni: comprende più di 2500 parole

 

Acquisizione linguaggio 2 

12 mesi: usano le cosiddette parole-frasi, cioè parole singole usate come se fossero espressioni complete. “Mamma” può stare per “voglio che mamma venga da me” oppure “mamma ho fame” o “sto male”.

18 e i 24 mesi: sono in grado di creare delle frasi combinando due parole (linguaggio telegrafico).

 

Progressi nello sviluppo tra due e cinque anni: udito e linguaggio

Età due anni e ½

Usa duecento o più parole riconoscibili.

Imita le frasi pronunciate dagli adulti, ma le riduce conservando gli elementi linguistici più rilevanti («apriamo l'armadio e prendiamo la caramella» può essere ridotto a «armadio, caramella»).

Pone domande del tipo che cosa? chi? Usa i pronomi io, me e tu.

È facile che balbetti quando e irritato. È in grado di ripetere semplici rime. Si diverte ad ascoltare brevi storie lette da libri illustrati.

Gioca con oggetti in miniatura (tipo casa delle bambole) facendo commenti appropriati.

 

Età tre anni

Modula il linguaggio per volume e per gamma di toni.

Possiede un vocabolario intellegibile anche agli estranei. Usa periodi di due, quattro frasi intere e le parole ieri, oggi e domani anche se il loro uso resta incerto. È in grado di dire il proprio nome, sesso e qualche volta l'età.

Usa i pronomi personali e i plurali in modo corretto.

Parla ancora da solo in lunghi monologhi prevalentemente centrati sul presente e sul «far finta di».

È in grado di condurre semplici conversazioni e di descrivere brevemente le sue attività presenti e le esperienze passate.

Pone domande incominciando con cosa, dove e chi.

Ascolta con passione i racconti e vuole ascoltare le storie preferite all'infinito.

 

Età quattro anni

Fornisce resoconti di eventi e di esperienze passate.

È in grado di riferire il proprio nome, indirizzo di casa e generalmente l'età.

Chiede di continuo perché?, quando?, come? e il significato delle parole.

Ascolta e racconta lunghe storie confondendo spesso realtà e fantasia.

Conta fino a 20 a memoria.

Si diverte alle barzellette e ai nonsense verbali.

Può conoscere varie rime e ripeterle in modo corretto.

 

Età cinque anni

Usa un linguaggio che in gran parte risponde alle regole grammaticali convenzionali.

Ama che gli si leggano e che gli si raccontino storie che in seguito ripete sia da solo che con gli amici.

È in grado di dire il proprio nome, età, indirizzo di casa e (generalmente) di indicare la data del proprio compleanno.

Chiede di continuo il significato delle parole astratte che usa a proposito e a sproposito.

Si diverte agli scherzi e agli indovinelli.

 

Leggere

 Il primo requisito per leggere: prestare attenzione (attivazione dei lobi frontali e del talamo)

Secondo passo: percezione visiva delle parole (corteccia visiva del lobo occipitale).

Terzo passo: dare significato alle parole (area associativa in cui i simboli -le lettere- vengono connessi ai significati delle parole).

Quarto passo: tra i 4 e i 6 anni, consapevolezza della struttura fonologica delle parole si sviluppa nel bambino

 

 

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