Alberto Oliverio

CERVELLO

Bollati Boringhieri 2012

Dalla quarta di copertina: "Il cervello è un oggetto sempre meno misterioso. Molti aspetti dei rapporti tra mente e cervello sono statri sondati e descritti negli ultimi anni con crescente approfondimento su basi empiriche. Sono acquisizioni che hanno un notevole impatto sulle scienze umane, dall'antropologia alla filosofia."

L'incipit:

"Il lettore che scorre con lo sguardo le righe che compongono questa pagina passa da una parola all'altra, da una frase a quella successiva. I segni sulla carta, simboli che egli ben conosce, si traducono automaticamente in significati, trovano la giusta strada nella sua mente. Il segno di punto, come quello che ha appena terminato la frase precedente, indica una pausa, la conclusione di quanto è stato appena detto. Tutto procede in modo quasi automatico, senza sforzo da parte di chi legge. Se poi qualcuno leggesse ad alta voce queste righe, e il lettore si trasformasse in ascoltatore, i suoni che costituiscono le parole troverebbero strada nella mente di chi ascolta, sarebbero ugualmente tradotti in significati. Qualcosa di simile avviene nella mente di chi scrive queste righe: i pensieri si traducono in parole, le parole in frasi che, grazie ad appositi movimenti delle dita sulla tastiera del computer, prendono forma sotto sequenze di lettere, le parole, appunto. Queste frasi, se non altro il loro significato generale, resteranno impresse nella memoria di lavoro del lettore che potrà così passare a un altro paragrafo, a un'altra pagina, senza dimenticare, si spera, lo svolgersi dei concetti esposti nel testo.

Noi, adulti, non ci meravigliamo di questa capacità della nostra mente: ma se facciamo una breve pausa e andiamo a ritroso negli anni, fino a quando eravamo bambini, ci rendiamo conto di quanto fosse per noi complesso leggere, comprendere, ricordare. E' l'esperienza che ci ha reso più abili nella lettura e nel linguaggio? Oppure è il nostro cervello che è cambiato fornendo un sostegno alla nostra mente?

Chi scrive, ha appena alzato il sipario su un problema su cui si dibatte da secoli: cervello e mente sono due realtà diverse o in qualche modo coincidono e i due termini rispecchiano la stessa realtà? La mente è qualcosa di più nobile, oltre che immateriale, e il cervello una realtà materiale che fornisce un semplice supporto alle nostre esperienze, pensieri, decisioni? Rinviamo l'analisi e forse la soluzione di questo problema -troppi filosofi e pensatori si sono espressi in proposito- per ritornare e soffermarci invece sul nostro rapporto con questo testo. I messaggi che provengono dai vostri occhi sono convogliati verso la corteccia visiva, quelli che provengono dai vostri orecchi -nel caso qualcuno vi stia leggendo queste righe- verso la corteccia uditiva. Attraverso canali sensoriali differenti, due aree distinte del cervello recepiscono un messaggio che la vostra mente è in grado di comprendere indipendentemente dal fatto che esso sia decodificato da una struttura fisica, visiva o sonora che sia: ciò dipende da una superiorità della mente sulla materia bruta, la materia nervosa, o dal fatto che nel cervello esistono strutture in grado di comprendere il significato del linguaggio, scritto o parlato che esso sia? Ritengo che la maggior parte dei lettori preferirebbe ipotizzare una qualche trascendenza della mente sulla materia: ma le cose non stanno proprio in questo modo perché se nel nostro cervello non esistessero aree predestinate alla comprensione -e alla produzione- del linguaggio, non saremmo in grado di capire le parole provenienti da un immaginario lettore o di comunicare con lui per dirgli semplicemente, "vai più piano" oppure "ripeti, per favore, mi ero distratto". Ciò significa che la natura ha dato una forma esclusiva al nostro cervello e alla nostra mente? Che tutto ciò che facciamo dipende da come siamo fatti, o meglio da come è fatto il cervello? La risposta contempla al tempo stesso un "si" e un "no", anche se il no, come potrebbero sostenere alcuni fieri sostenitori del determinismo, non è altro che un "si" mascherato perché tutte le nostre azioni dipenderebbero da proprietà intrinseche del cervello." (p. 11)

" Le scelte morali dipendono da meccanismi intrinseci al cervello o invece rivelano quanto avviene nel cervello quando esprimiamo un giudizio o agiamo moralmente?" (p. 61)

"Le neuroscienze ci dicono che siamo esseri umani perchè abbiamo il cervello che abbiamo: un cervello che ha i suoi pregi e difetti, regole e condizionamenti, ma anche i suoi gradi di libertà." (p. 150)